La Consulta dichiara incostituzionale il Jobs Act nella parte che prevede le tutele crescenti.

La Consulta dichiara incostituzionale il Jobs Act nella parte che prevede le tutele crescenti.

Diritto del lavoro

La Corte Costituzionale boccia le tutele crescenti

Con una decisione attesa, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Jobs Act (D.Lgs. n. 23/2015) nella parte dell’art. 3 comma 1 in cui dispone gl’indennizzi per i lavoratori in caso di pronunzia di illegittimità del licenziamento (proprio le “tutele crescenti”, che il c.d. Decreto Dignità ha modificato solo nella misura ma non nella concezione).

In attesa delle motivazioni della decisione, pare potersi anticipare che:

1) la Corte abbia ritenuto illegittimo proprio il criterio rigido di determinazione dell’indennità: ovverosia, dal punto di vista della validità costituzionale, proprio la commisurazione “automatica”della sanzione e del ristoro per il lavoratore in caso di declaratoria di illegittimità del licenziamento ove non sia prevista la reintegrazione;

2) in particolare, dovrebbe avere inciso sulla decisione anche la soglia troppo limitata prevista per i lavoratori con scarsa anzianità aziendale, la quale non può rappresentare l’unico parametro di determinazione in quanto comporterebbe, per l’appunto, una indennità sperequata rispetto a quella prevista per i lavoratori assunti prima del 7 marzo 2015 o, addirittura, per altre situazioni contrattuali.

La parte del Decreto in esame è quindi stata ritenuta contraria ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza, e contrasta con il diritto e la tutela del lavoro sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione.

Stante la decisione, è quindi consigliabile estrema prudenza nella valutazione dei rischi di un contenzioso avente ad oggetto una risoluzione del rapporto di lavoro riguardante lavoratori ai quali, sino a pochi giorni fa, il Giudice avrebbe dovuto applicare pacificamente ed obbligatoriamente le tutele crescenti.